"Essere donna è così affascinante. È un’avventura che richiede tale coraggio, una sfida che non annoia mai."
Oriana Fallaci

La nascita di una grande donna: Tina Lagostena Bassi

Tina Lagostena Bassi nasce a Genova il 2 giugno del 1926, il padre ingegnere occupa un posto di dirigente nel gruppo Edison, mentre la madre laureata in lettere, fonda il giornale Omnia che si occupa di cultura e politica.  Gli anni dell’infanzia scorrono sereni almeno fino al 1938, data che segna la perdita del lavoro del padre a causa delle leggi raziali.

A quell’epoca Tina aveva solo 12 anni, e già davanti ai suoi occhi le si dipanava un mondo pieno di contraddizioni e complessità, ma soprattutto di ingiustizie. La sua stessa vita è sempre stata una continua lotta contro tutto questo. Nel 39 con lo scoppio della guerra Tina insieme al padre va a Lugano, in Svizzera, mentre la madre fa una scelta di coraggio e rimane in Italia per affiancare i partigiani.

Il concetto di discriminazione...

Tina fin da piccola si interfaccia con il concetto di discriminazione, con quella cultura nauseabonda del “diverso” da eliminare a tutti i costi, suo padre essendo ebreo, da un giorno all’altro si vede togliere tutto, così decide di mettere in salvo non solo se stesso ma anche sua figlia Tina.

La discriminazione ha portato le persone a vivere in un mondo distopico, tutto ciò che poteva essere giusto, per il volere di pochi diviene “diverso”, voglio utilizzare ancora questa parola per rafforzare il concetto di una normalità che cambia, un mondo dove le persone avevano una loro quotidianità fatta di lavoro e una casa, ma poi nel giro di poco perdono tutto e se ne devono andare perché sono diversi. La distopia può divenire reale in ogni momento soprattutto quando si calpestano i diritti fondamentali dell’uomo.

Tina cresce e si alimenta in una cultura che definirei “anti”, è una donna che si batte in prima persona per tutte le discriminazioni, per gli assolutismi e per chi si colloca a tutti costi a un estremo, senza comprendere che non siamo stati generati da un assoluto e che la diversità non separa ma è fonte di ricchezza.

Oltre a questa forte propensione sociale, i suoi genitori le trasmettono anche la passione per la montagna, si arrampica sulle dolomiti con Lino Lacedelli che fu il primo italiano a raggiungere la vetta del k2. La montagna non è per i cuori deboli, la montagna “tempra” lo spirito, esattamente come la vita.

Gli studi di Tina continuano e arriva a superare la maturità nel 45’, nonostante abbia perso due anni di scuola nei campi di internamento in svizzera, poi a soli 19 anni si sposa con Vitaliano Lagostena, un avvocato, con cui condividerà anche la vita lavorativa.

I valori per cui ha lottato Tina sono gli stessi condivisi dall’Università popolare di Milano, dove la cultura si pone come un faro contro le discriminazioni e i pregiudizi di ogni sorta. Il seme stesso del pregiudizio attecchisce dove il sapere è debole, per questa ragione la cultura è la chiave verso la libertà di “essere”.


Augusta Lagostena Bassi