“Per me l'uomo colto è colui che sa dove andare a cercare l'informazione nell'unico momento della sua vita in cui gli serve.”
Umberto Eco

La televisione come canale per il risveglio delle coscienze


Tina Lagostena Bassi ha portato per la prima volta nella storia italiana un processo in televisione, era il 26 aprile del 1979, il tema del dibattimento era lo stupro contro una donna. Tema ancora caldo ai giorni nostri, quante donne vengono violentate e poi si assiste ancora nonostante gli anni al proliferarsi delle battutine o delle mezze frasi che dicono: “se l’è cercata” oppure quelli che pensano che in fondo non le è dispiaciuto.

Se oggi perdurano ancora queste immaginazioni che ci conducono a verificare come era vestita, perché il pensiero è: se hai pochi abiti addosso in fondo te la sei cercata, possiamo solo immaginare il panorama culturale di allora, un mondo preistorico dove le donne assolvono al ruolo di “prede” o “oggetti” sacrificabili. Un oggetto si usa perché è quella la sua funzione, arrivare al punto di collegare tale funzione a una persona può solo intristire per la bassezza raggiunta dall’uomo, in quanto dicasi specie “evoluta”.

All’epoca lo stupro era un delitto contro la morale, non contro la persona, oggi, grazie anche alle battaglie dell’avvocata Lagostena possiamo affermare che lo stupro è un crimine non solo a livello morale, ma anche contro la persona. Lo stupro non solo viola il diritto della vittima all'integrità fisica e psicologica, ma può anche colpire duramente a livello psichico, la stessa Lagostena ha paragonato lo stupro secondo solo all’omicidio, per tutta la violenza che porta con se non solo l’atto ma anche tutto quello che viene dopo.

Il vero significato del reato di stupro va oltre i confini legali. Rappresenta un affronto ai principi morali generalmente accettati dalla maggior parte delle persone, in particolare è da sottolineare l'idea che nessuno dovrebbe mai essere costretto a subire un atto sessuale di qualsiasi genere contro la propria volontà.

Ma la situazione della donna a quei tempi era differente, si trovava sempre un passo indietro dall’uomo, un po’ come se uomo e donna fossero specie differenti e per molti anni la morale comune, e a seguire le convinzioni erano ben radicate in questa direzione. Per chi lo subiva diveniva persino difficile vivere, non solo la vita non appariva più come prima ma anche gli sguardi degli altri erano differenti, la donna affrontava una doppia violenza e un doppio processo, dettato per la maggior parte dall’ignoranza.

L’ignoranza presuppone una non conoscenza, un non sapere alquanto deleterio per lo spirito umano. La volontà di Tina di portare a conoscenza questo processo ha segnato un punto di non ritorno perché da quel giorno si è resa necessaria una presa di coscienza forte, non si poteva più non sapere o non capire.

La missione di Tina in merito alla conoscenza è la medesima che utilizza l’Università popolare di Milano nel voler portare la propria offerta formativa attraverso i mezzi di comunicazione. La conoscenza illumina, schiarisce e dipana le tenebre del dubbio e dell’ignoranza o del sentito dire, questa è la grande missione della cultura, ovvero quella di elevare l’uomo, dandogli più strumenti per comprendere il cammino del vivere. 

Augusta Lagostena Bassi