"La rivoluzione più grande è, in un paese, quella che cambia le donne e il loro sistema di vita. Non si può fare la rivoluzione senza le donne. Forse le donne sono fisicamente più deboli ma moralmente 
hanno una forza cento volte più grande."
Oriana Fallaci


Tina sempre al fianco delle donne

Gli anni settanta sono per l’Italia un momento di presa di coscienza, non si possono più ignorare quelli che vengono definiti i temi caldi e non è possibile nemmeno far finta di niente girandosi dall’altra parte. Le donne lottano per i loro diritti e Tina è sempre al loro fianco, le assiste, prepara denunce, le informa, perché vi è una grande differenza tra il fare solo l’avvocato e mettersi a disposizione per informare, in questo caso oltre all’assistenza gli si dava a quelle donne uno strumento prezioso: la conoscenza.

Sempre in questi anni nasce la casa delle donne, uno spazio dove tutto era possibile ma anche dove si respirava stanchezza mista a soddisfazione per tutte le lotte che era necessario fare. La questione più centrale è quella della violenza sulle donne, è necessario riformare il codice Rocco, aumentando le pene per tutelare chi ne ha diritto e non l’uomo che abusa e basta. Durante le lunghe discussioni per proporre un testo di legge, viene fuori l’idea di permettere alle associazioni femminili di costituire parte civile al fianco delle vittime di stupro.

Si giunge nel 1975 quando l’opinione pubblica viene scossa dal massacro del circeo, i fatti raccontano che due ragazze allora diciasettenni accettarono di andare con due ragazzi a una festa, a loro insaputa si ritrovarono in una villa del circeo, dove vennero violentate a turno per ore.

Una delle due fu uccisa nella vasca da bagno, l’altra fortunatamente si finse morta e riuscì a salvarsi. I ragazzi erano i cosiddetti “ragazzi bene” provenienti da buone famiglie. Tina per tutta la durata del processo si schiera al fianco della ragazza che è riuscita a salvarsi la vita. Si batté con anima e corpo anche per non far sì che gli imputati venissero assolti per scadenza dei termini. Questo fu il primo processo che vedeva protagoniste le donne in aula, da lì iniziarono a cambiare molte cose anche se come ben sappiamo la macchina della giustizia carbura lenta.

Fu una presa di coscienza non facile per lei assistere al modo in cui gli uomini trattavano le donne, anche all’interno di un’aula di tribunale.  L’obiettivo era quello di giungere a una presa di coscienza profonda, la donna non poteva essere considerata come un oggetto, inoltre, il processo non poteva essere fatto contro la vittima, questo era uno dei tanti motivi che portava le donne a non denunciare perché, al primo dolore se ne aggiungevano molti altri.

Tina Lagostena si poneva in veste di accusatore di un certo modo di condurre i processi per violenza ma anche contro un’ideologia che vedeva la donna relegata a certi canoni, gli stessi che ha dipinto con forza Virginia Woolf nella poesia “L’angelo del focolare”, la donna è molto di più e per, molto tempo da una certa cultura misogina le sono state tarpate le ali.

La fortuna di molte donne è stata quella di incontrare una donna come Tina, la quale in veste di avvocata e di donna si è battuta contro il pregiudizio e per la loro dignità. Ci vorranno vent’anni di battaglie prima di vedere la legge contro la violenza sessuale approvata, esattamente nel 1996. Le donne sono riuscite a lavorare insieme senza alcuna divisione per raggiungere questo importante obiettivo, perché in fondo come lei stessa ha dichiarato non è possibile che un ideologia si prenda spazio dove vi sono solo dei diritti umani.

La visione che porta a credere in un lavoro comune per raggiungere un obiettivo importante è proprio quella che ha spinto fino ai giorni nostri dalla sua fondazione l’Università Popolare di Milano, dove Tina con piglio amorevole e una forte passione per la cultura, ha messo a servizio il suo sapere ricoprendo la carica di Rettore Magnifico, per far sì che la cultura non sia un affare da salotto ma un diritto per tutti...



Augusta Lagostena Bassi