"Il valore di un’idea sta nel metterla in pratica."
Thomas A. Edison

L’Università Popolare di Milano: una vita per le ideologie


Ogni collaboratore, ogni studioso che abbia attraversato i corridoi e le aule della nostra università ci ha lasciato qualcosa in noi. Qualcosa che ben si è sedimentato nella nostra mente e nel nostro cuore, qualcosa che ci ha permesso di crescere costantemente in qualità e capacità.

Dai nostri più storici collaboratori, come Ettore Ferrari, Gabriele D’Annunzio, Giovanni Bovio e Gaetano Salvemini abbiamo imparato che la cultura deve essere libera e non irregimentata; che quando insegniamo lo dobbiamo fare per tutti non solo per alcuni; che quando formiamo il nostro sguardo deve saper andare oltre l’orizzonte perché la cultura, quella vera, quella alta, serve in primis a rimuovere gli ostacoli sociali o ideologi che impediscono la crescita di una persona o di una intera generazione. Abbiamo imparato che servire il paese formando e insegnando vuol dire dare un futuro al paese, un futuro di merito, di uguaglianza per quanto riguarda l’accesso all’istruzione senza nessun privilegio, di crescita.

Abbiamo imparato il rispetto sociale delle persone e che ognuno, indipendentemente dal luogo di provenienza, dalla famiglia in cui è nato o dalle idee che possa avere ha diritto, se lo vuole, ad essere istruito e ad aumentare le proprie capacità e conoscenze.

Tutto questo, nei nostri ultimi anni, ci è stato insegnato, ricordato ed incarnato in una vita che è stata esempio morale e etico per tutti noi nel nostro Magnifico Rettore Tina Lagostena Bassi.

Le sue arringhe, soprattutto quelle gridate con tono secco, asciutte e scandite perché un uditorio “benpensante” potesse cogliere la forza dirompente di ogni parola, e in particolare quelle nel processo del Circeo, hanno dato voce alla sofferenza e alla disperazione i due giovani ragazze che avevano subito una cieca e brutale violenza soprattutto perché vivevano in una zona diversa della città e non provenivano da famiglie abbienti.

Tina ci insegno che la cultura e la preparazione, unita ad un coraggio civile che può emergere solo da queste, può e deve dar voce agli ultimi, ai sofferenti, agli emarginati; una voce che deve colpire, far riflettere e soprattutto destare coloro che avanti a queste cose sono e restano indifferenti.

Tina, la nostra Tina, ci ha insegnato che la cultura non ha genere e che le donne, come i loro fratelli, i loro padri e i loro figli maschi, hanno diritto ad avere una piena, totale istruzione che possa aiutarle non solo a dare il loro contributo inseno alla società, ma a migliorare la società stessa grazie a loro.

Il suo essere fondatrice del telefono rosa ha in tutti noi aperto gli occhi su una forma subdola di violenza verso le donne: la violenza verbale. Tina ci ha insegnato che ogni cosa può essere detta e declamata in un modo giusto e appropriato, e ci ha ben spiegato che nulla, ma proprio nulla, deve essere lasciato né al caso né tantomeno sottointeso.


Augusta Lagostena Bassi