"È più facile spezzare un atomo che un pregiudizio."
Albert Einstein

La lotta continua contro ogni forma di pregiudizio



L’inizio della professione non fu semplice per lei, in quanto a quell’epoca le donne venivano “tollerate” dal sistema maschile. Se Tina nell’ambito familiare si sentiva amata, capita e protetta, tutto questo fuori non esisteva, perché fin da subito ha dovuto lottare per affermarsi, anche solo per ottenere quello che per gli uomini veniva considerato di prassi “normale”.

Un clima culturale dove lei stessa presentandosi in tribunale veniva attaccata con frecciatine, tant’è che un giorno durante un dibattimento un collega le disse mantenendo un certo tono sarcastico, che le donne dovevano rimanere a casa a fare la calzetta, Tina di tutta risposta chiese al presidente di intervenire, ma anche lui essendo uomo e avvinghiato nel sistema si pronunciò dicendo che non era necessario.

Per tutta risposta Tina al riprendere dell’udienza si presentò con la toga e un ferro da maglia, e mentre pronunciava le parole della sua arringa non disdegnava di puntare lo sguardo su quegli stessi ferri da calza, ritenuti dalla cultura maschile l’unica isola felice per le donne.

Il presidente alla vista della dimostrazione di Tina si indignò, non capendo il messaggio che lei stessa voleva dare, molto probabilmente anche lui in cuor suo aveva lo stesso pensiero limitante dell’altro avvocato, pensiero che vedeva le donne utili solo a far la calza o confinate nelle mura domestiche dietro l’ombra del marito.

Tina non vuole far sconti a nessuno e come avvocata esige lo stesso rispetto concesso ai colleghi maschi, con il tempo riesce a ritagliarsi la considerazione dei colleghi e di quel mondo troppo maschile grazie alla sua professionalità, dimostrando di essere non solo brava ma anche più preparata, ma per arrivare a questo nessuno le ha fatto sconti, ha dovuto digerire e affrontare battutine, sguardi, considerazioni e parole povere di quello spirito libertario e umanista che gran parte dell’umanità ha perduto da tempo.

Ed è proprio in questa visione comune che poi nel corso del tempo oltre all’avvocatura c’è stato un percorso accademico all’Università Popolare di Milano, anche qui al fianco di un’ideologia popolare e umana contro ogni forma di discriminazione perché una donna non può essere confinata e nemmeno la cultura può sopportare questo destino.

Augusta Lagostena Bassi